mercoledì 30 luglio 2014

ESTRATTO DEL LIBRO "QUANDO L'AMORE E' AMORE"

In questo estratto c'è qualcosa che potrebbe incuriosire. Maya non parla di Mirko, né con Mirko, ma un altro personaggio cattura la sua attenzione: Sebastiano.
Chi è? Cosa c'entra con la storia? Qual è il suo ruolo?
Siete curiosi? Lo spero tanto.....




Dal suo posto, Maya poté notare anche la donna che stava al fianco di Sebastiano. Era bella, bionda, capelli lunghi lisci, occhi azzurri, longilinea, piatta, sorridente, elegante, un po’ troppo slavata. Capelli biondi e carnagione chiara insieme ad un vestito bianco, le davano un effetto fantasma.

Maya la scrutava con attenzione, invidia e crudeltà. Per un attimo pensò: “lei si è presa ciò che era mio. Adesso farò di tutto per riprendermelo”. Ma poi, una vocina cercò di farla ragionare. La vocina diceva che lui non le aveva mai promesso niente, che se era dovuto partire all’improvviso non poteva farci niente, che ormai erano passati sette anni e ognuno era andato avanti con la propria vita, che lui non le apparteneva e non le era mai appartenuto.
Maya aveva un gran mal di testa. Uscì a prendere una boccata d’aria. Priscilla si offrì di accompagnarla, ma lei voleva stare da sola con i suoi pensieri contrastanti.
<<Non avrei mai creduto di rivederti, un giorno>> sussurrò una voce alle spalle di Maya.
<<Seby, mi hai spaventata>>, disse lei sussultando.
<<Come stai?>> chiese con uno dei suoi sorrisi da “spogliati, sei mia”.
<<Confusa>>.
<<Confusa? Non è la riposta che mi sarei aspettato>>.
<<Scusa, ma devo rientrare>>.
<<Fai ancora la finta tonta, dopo tutti questi anni? Dovresti essere cresciuta, ormai>>.
<<Cosa vuoi da me?>>


Già ... cosa vorrà Sebastiano da Maya? .........
E Mirko, che fine ha fatto?



Costo libri

Salve amici, dopo un breve periodo di assenza, eccomi qui con delle novità.
Chi non avesse controllato, i miei ebook sono disponibili anche su IBS oltre che su bookrepublic.it e Play Store.
I prezzi variano a seconda del sito, ma vista la crisi economica, (almeno in Italia), ho deciso di abbassare i prezzi e quindi li troverete ad un conto inferiore ai 5 euro. Trasse che su Play store che è un po' più caro, ma non di molto.
L'importante è che acquistate e leggete e spargete la voce ....
Grazie a tutti.

giovedì 10 luglio 2014

UN ESTRATTO DAL LIBRO "QUANDO L'AMORE E' AMORE"

Vi regalo un altro piccolo assaggio tratto dal libro "Quando l'amore è amore".
Vi ricordate il pranzo a casa dei genitori di Maya? Adesso Mirko, il protagonista, si trova costretto ad andare a cena dai suoi genitori.  Chiede a Maya di accompagnarlo e ......






Quella cena era assolutamente da dimenticare. A parte il fatto che Maya aveva più fame di prima: mangiare una fetta di tacchino arrosto e verdure lesse, non era certo il suo tipo alimentazione. Ma soprattutto perché la signora Arjanna era una donna elegante nel vestire e nel portamento, con la fissa delle buone maniere, guardava tutti dall’alto in basso e non metteva nessuno a proprio agio.
Qualunque cosa Maya dicesse, lei ne sembrava schifata.  <<Fai la commessa? Oh, mi dispiace>>, aveva detto con disgusto. “Nemmeno gli avessi detto che mi restava un mese di vita”, considerò Maya.
Gilberto sembrava più malleabile ma, addomesticato dalla moglie ad avere un contegno affettato, risultava alquanto antipatico. 
Ora capiva perché Mirko non andasse d’accordo con loro.

martedì 1 luglio 2014

RACCONTO DIVERTENTE DI UNA TELEFONATA TRA MADRE E FIGLIA (Scritto da EMME X)

TELEFONATA TRA MADRE E FIGLIA (di EMME X)
M (madre): Pronto?
F (figlia): Ciao, mamma.
M: Oh, figlia mia! Finalmente ti fai sentire …
F: Mamma, ci siamo sentite ieri sera …
M: Sì, ma una telefonata veloce. Nemmeno cinque minuti, quindi non conta.
F: Allora, state tutti bene?
M: Sì, sì, tutti bene.
F: E zia Carla e zio Antonio, come stanno? È da un po’ che non li sento.
M: Bene, bene. Zio Antonio è morto. Stanno tutti bene.
F: Come sarebbe a dire?
M: Ha avuto un “ics”.
F: Cosa?
M: Ha avuto un “ics” alla testa. È morto subito, nemmeno il tempo di salutarci.
F: Forse volevi dire un “ictus”.
M: Quello, quello …
F: Mi dispiace … ma quando è successo.
M: Ieri, per questo ho dovuto chiudere in fretta la telefonata, altrimenti facevamo tardi alla “sveglia”. Ma poi, perché la chiamano “sveglia”? Mica si sveglia il morto?
F: Sarebbe la “veglia”, mamma. Comunque, perché non me lo hai detto ieri, scusa?
M: E cosa ti dovevo dire, tanto non saresti arrivata in tempo.
F: Che cosa c’entra? Mah … E i funerali?
M: No, è uno solo il funerale. Zia Carla sta bene.
F: Veramente lo hai detto anche di zio Antonio che stava bene.
M: Sì, stava bene prima …
F: “Prima” … certo.
M: Basta parlare di cose tristi. Dimmi qualcosa di te? Mangi?
F: Sì, mamma, mangio.
M: Menomale che ti ho “imparato” a cucinare, altrimenti mi morivi sciupata.
F: Grazie davvero, mamma, per avermi “insegnato” a cucinare. Ma, soprattutto, ringrazio Capitan Findus e il signor Whirpool per aver provveduto, rispettivamente, cibi pronti e microonde, ai pigri come me.
M: Brava, figlia mia, sono contenta che ti sei fatta degli amici nuovi.
F: Vabbé, lasciamo perdere. E papà, che dice?
M: Niente, che deve dire … Lui non sa cucinare. Mangia e basta.
F: Intendevo dire, come sta? Cosa fa?
M: E che deve fare, quello. Più noioso di zio Antonio che è morto. Gli ho detto di leggere “50 sfumature”, per fare i sessi alternativi, ma dice che si vergogna. Diglielo tu di andare al negozio di ferramenta a comprare le catene.
F: Non mi sembra il caso, mamma.
M: Io mi annoio. Adesso che sei lontana ho tanto tempo libero …
F: Comprati un cane e lo porti a passeggio, fai le parole crociate, fai beneficenza, vai in palestra …
M: Ih, quante cose! Aspetta che mi siedo, già sono stanca.
F: Mamma, non ti sta bene niente, allora?
M: Il cane non mi serve: ho già tuo padre che sporca e, caso mai, porto lui a fare le passeggiate. Le parole “incrociate”, non le so fare. Se tuo padre si dava da fare a letto, avrei fatto beneficenza e palestra insieme.
F: Insomma, la colpa è di papà.
M: Brava. Ah, l’hai capito finalmente. Ora mi cerco un amante.
F: Mamma!
M: Come? Vivi a Nioc e ti scandalizzi?
F: New York, mamma. Non è questione di scandalizzarsi, ma non mi sembrano cose di cui dovresti parlare con me.
M: Brava, hai ragione. Ora glielo dico a tuo padre, così è avvisato.
F: Ma, papà è lì?
M: E dove altrimenti? Guai a lui se si muove. Vicino a me deve stare. Che se guarda le altre, gli rompo le corna che ancora gli devo fare.
F: Posso salutarlo?
M: Sì, certo.
P (padre): Ciao.
F: Papà, cos’è quella voce triste. Dai, tra un mese ci vediamo, le ferie si avvicinano.
P: Portami via con te, non la sopporto più tua madre.
F: Ti capisco. Secondo te, perché mi sono trasferita lontano?
P: Però a me non ci hai pensato … portami via da quella strega.
F: Prepara le valigie.
M: Le preparo io le valigie. Ho deciso: ci trasferiamo a Nioc.
Figlia e Padre: Nooooooooooooooooooo!

COSI' E' LA VITA ... (Racconto breve di EMME X)

COSÌ È  LA VITA …  di Emme X

Riprendo, per l’ennesima volta, a far scorrere la penna nera sul foglio bianco. 
All'improvviso, vedo il “suo” viso specchiarsi tra le parole che ho scritto e anche tra quelle che devo ancora scrivere. Nei “suoi” occhi vedo brillare qualcosa di gioioso, di impertinente, di curioso che io non ho. Per un istante, i miei occhi hanno un lampo di dolcezza, poi tornano duri e bui. Tristi e malinconici … come sempre. L’intero mio volto si rabbuia, non è sereno: è il viso di una ragazza già donna che ha grandi delusioni e briciole di serenità. Attorno a me c’è silenzio. Un silenzio così pauroso che mi fa quasi male. Per far rumore, provo a immaginare una canzone qualunque, nella mia testa, ma non mi sovviene alcun motivo, nessuna nota musicale … ripiombo nel silenzio. Immagino il “suo” respiro accanto al mio e, sul mio viso, si forma un’ombra che proviene da quel vivido pensiero. Mi sforzo di pensare ad una sciocchezza, così, per ingannare il tempo. L’unico pensiero che riesco a raggiungere è “lui”. Lui, lui, sempre e soltanto lui. Ragione di vita e di angoscia. Lo amo, ma sono troppo prepotente, egoista e testarda per farglielo capire. Non voglio apparire come quelle donne, belle e stupide, che ridono civettuole ad ogni uomo che respira loro accanto. Non voglio diventare idiota. L’amore fa questo effetto, a volte. E gli uomini? Ah, esseri infantili e infinitamente semplici! Gli dai un gioco nuovo e si divertono. Fanno i duri con i deboli e diventano stupidi e accomodanti con chi li sa dominare. La “sua” presenza, come un fantasma tra le mura domestiche, mi ossessiona. Provo ad alzarmi, mi specchio: capelli neri, lunghi, nemmeno una ciocca fuori posto. Nonostante l’estremo ordine in cui mi trovo, noto in me un senso di abbandono. Di certo, il mio volto apparirebbe un po’ più dolce se non fosse offuscato dallo sconforto. Inutile, l’immagine di “lui” mi perseguita: adesso si è frapposta tra me e lo specchio. Frammenti e immagini di “lui” mi lampeggiano in testa come se stessi girando la manopola di una radio antica, avanti e indietro, attraverso le frequenze della memoria. La ragazzina spaventata di un tempo e la donna complicata che sto diventando, coabitano ormai nello stesso corpo. Vivo da estranea la mia stessa vita, tutto il resto neppure mi sfiora.  Nemmeno sapere di essere amata da un uomo che per me non esiste. Non lo vedo nemmeno … povero uomo!  Soffre così come soffro io. Dovrebbe bastare questo a farmelo amare, invece di perdere tempo con chi è irraggiungibile. Ma la mia vita è fatta così: amo chi non mi ama, e sono amata da chi, forse, non amerò mai.