martedì 1 luglio 2014

COSI' E' LA VITA ... (Racconto breve di EMME X)

COSÌ È  LA VITA …  di Emme X

Riprendo, per l’ennesima volta, a far scorrere la penna nera sul foglio bianco. 
All'improvviso, vedo il “suo” viso specchiarsi tra le parole che ho scritto e anche tra quelle che devo ancora scrivere. Nei “suoi” occhi vedo brillare qualcosa di gioioso, di impertinente, di curioso che io non ho. Per un istante, i miei occhi hanno un lampo di dolcezza, poi tornano duri e bui. Tristi e malinconici … come sempre. L’intero mio volto si rabbuia, non è sereno: è il viso di una ragazza già donna che ha grandi delusioni e briciole di serenità. Attorno a me c’è silenzio. Un silenzio così pauroso che mi fa quasi male. Per far rumore, provo a immaginare una canzone qualunque, nella mia testa, ma non mi sovviene alcun motivo, nessuna nota musicale … ripiombo nel silenzio. Immagino il “suo” respiro accanto al mio e, sul mio viso, si forma un’ombra che proviene da quel vivido pensiero. Mi sforzo di pensare ad una sciocchezza, così, per ingannare il tempo. L’unico pensiero che riesco a raggiungere è “lui”. Lui, lui, sempre e soltanto lui. Ragione di vita e di angoscia. Lo amo, ma sono troppo prepotente, egoista e testarda per farglielo capire. Non voglio apparire come quelle donne, belle e stupide, che ridono civettuole ad ogni uomo che respira loro accanto. Non voglio diventare idiota. L’amore fa questo effetto, a volte. E gli uomini? Ah, esseri infantili e infinitamente semplici! Gli dai un gioco nuovo e si divertono. Fanno i duri con i deboli e diventano stupidi e accomodanti con chi li sa dominare. La “sua” presenza, come un fantasma tra le mura domestiche, mi ossessiona. Provo ad alzarmi, mi specchio: capelli neri, lunghi, nemmeno una ciocca fuori posto. Nonostante l’estremo ordine in cui mi trovo, noto in me un senso di abbandono. Di certo, il mio volto apparirebbe un po’ più dolce se non fosse offuscato dallo sconforto. Inutile, l’immagine di “lui” mi perseguita: adesso si è frapposta tra me e lo specchio. Frammenti e immagini di “lui” mi lampeggiano in testa come se stessi girando la manopola di una radio antica, avanti e indietro, attraverso le frequenze della memoria. La ragazzina spaventata di un tempo e la donna complicata che sto diventando, coabitano ormai nello stesso corpo. Vivo da estranea la mia stessa vita, tutto il resto neppure mi sfiora.  Nemmeno sapere di essere amata da un uomo che per me non esiste. Non lo vedo nemmeno … povero uomo!  Soffre così come soffro io. Dovrebbe bastare questo a farmelo amare, invece di perdere tempo con chi è irraggiungibile. Ma la mia vita è fatta così: amo chi non mi ama, e sono amata da chi, forse, non amerò mai.

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