lunedì 29 agosto 2016

Alessia Di Maria: Giusto per chi?



Autore: Alessia Di Maria
Titolo: Giusto per chi?
Editore: Self-publishing
Genere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 298

Sinossi
Atena vive una lotta instancabile contro il mondo che la giudica e tenta di cambiarla. In fuga da un rapporto mendace e complesso con una madre che l'ha costretta sin dalla tenera età alle sue posizioni e alle sue scelte, si trasferisce a Concaura con Greta, la sua compagna di vita a quattro zampe. In questa nuova città investita da un vento incessante, si troverà costretta in rapporti umani che incrineranno la sua visione del mondo. Tra le persone che irromperanno nella sua vita, due uomini, Orlando e Claudio, si faranno 
manifesto della lotta interiore che si anima nel cuore di Atena. Una corazza come difesa che però, su di lei, pesa come un macigno. 
"Si arrogavano tutti il diritto di stabilire cosa fosse vero, falso, giusto o sbagliato. Ma non facevo forse anch'io la stessa cosa?"

Atena si trasferisce, va ad abitare da sola con il suo cane Greta e inizia il lavoro di infermiera in una clinica psichiatrica.
Lì conosce i suoi colleghi.
Claudio, goliardico e simpatico che le affibbia il soprannome di “cuore di cemento”.
Beatrice: sensibile, chiacchierona, euforica che nasconde insicurezza.
Matteo: parla poco ma, a un certo punto, trova modo di dialogare con Atena, asserendo di essere troppo intelligente, tanto che gli altri lo considerano antipatico. Per questo si esprime il meno possibile.
Il dottor Koot: uno strano personaggio che non sono riuscita a inquadrare bene.
E, naturalmente, Atena: una ragazza che non ama le persone, l’ipocrisia, le manifestazioni d’affetto, il contatto fisico. Ha bisogno di pianificare, razionalizzare tutto.
Il rapporto con sua madre è inesistente. A casa di Atena erano banditi i libri e il caffè.
La storia, nell’insieme è interessante. Il personaggio di Atena, desta comunque una certa curiosità. Io, da lettrice, cercavo di capire se, oltre al difficile rapporto con la madre, ci fosse qualcos’altro. Ho avuto qualche difficoltà a entrare nella storia, non riuscivo a immedesimarmi nella protagonista. Lo stile, seppur pulito, semplice, lineare, non mi ha coinvolto subito, come se mancasse qualcosa che mi catturasse.
A un certo punto, però, riesco a distinguere i personaggi, li apprezzo. C’è Claudio che, poverino, rimane sempre latente, emarginato, eppure era colui che più mi interessava conoscere. Quando i colleghi non sono più esseri isolati, ma diventano gruppo, amici, confidenti, allora è bello immaginarli insieme a sostenersi. I dialoghi sono piacevoli.
“Io in fondo ero fragile, e lo sapevo. E lui, con quel suo entusiasmo, con quella sua voglia di credere anche in chi non crede più in niente, poteva sovvertire gli equilibri, poteva spostare le montagne”.
Una storia che parla, principalmente, della difficoltà di Atena a fidarsi, a convivere con gli altri, ad averne bisogno. Nessuno basta a sé stesso, tutti abbiamo bisogno di una mano amica che ci consoli nei momenti tristi e ci faccia sorridere, regalandoci spensieratezza.



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