lunedì 5 giugno 2017

Francesco Carofiglio: Voglio vivere una volta sola



Autore: Francesco Carofiglio
Titolo: Voglio vivere una volta sola
Editore: Edizioni Piemme
Genere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2014
Pagine: 99

SINOSSI
La vita di Violette è uguale a quella di tante bambine. Due fratelli, Jean e Augustin, una madre premurosa, un padre completamente assorbito dal lavoro. Un cane, Javert, conosciuto per caso e amato all'istante. E tante case: la prima a Roma, poi a Parigi, infine a Plouzané, in Bretagna, a pochi metri dal mare, il posto migliore per curare le ferite dei sogni non realizzati. Le giornate di Violette corrono leggere, come quelle di tanti bambini, tra passeggiate, chiacchiere, giochi e letture. Le notti sono diverse. Perché Violette non dorme, cammina al buio, i piedi scalzi, l'abito celeste. Riempie le ore contando i libri dei genitori, tremilaottocentosettantotto per l'esattezza, sistema tutti i ricordi nel "ricordario", per non perderli più. E ogni giorno guarda il mondo e lo vede cambiare, le persone vanno a una velocità differente, crescono, invecchiano, spariscono. Invece lei rimane sempre la stessa, le stesse mani, lo stesso viso. Perché Violette è la bambina che non c'è. Non è mai nata, è il desiderio perfetto di tutti loro, mamma, papà, Jean e Augustin. Eppure vive, ride, corre, esiste, almeno fino a quando qualcuno continuerà a pensarla. Sul confine magico che divide la realtà dal sogno, Violette ci racconta il suo mondo con una leggerezza allegra e malinconica, raccogliendo gli attimi, le emozioni e i gesti che nessuno riuscirebbe mai a immaginare.


Violette non è mai nata, ma è fortemente voluta da tutti.
Emma e Léonard sono i genitori di Jean e Augustin. Sono anche i genitori di Violette, in qualche modo.

“Smetterò di esistere quando l’ultimo di loro smetterà di pensarmi.
 Quando si saranno definitivamente dimenticati di me, io non ci sarò più.
 Credo che andrà così. (…)
 E chi lo dice che quando uno non c’è più smette di pensarti?”

Ho trovato la trama interessante e molto originale. Il titolo e la cover, incuriosiscono la lettura. La storia narrata non è molto lunga, eppure sembrava non finire mai.
L’inizio piace. Cattura. Poi non succede niente.
Una famiglia come tante e il “fantasma” di una bambina che non è mai nata, accompagna i giorni e le notti dei protagonisti. Mentre le vite di tutti vanno avanti, lei rimane sempre bambina. Una bambina che non c’è.
Se ci penso, fa impressione.
Violette non è nata, ma Emma e Léonard volevano una figlia femmina. Invece hanno avuto due maschi. L’idea di quella bambina è rimasta nei loro pensieri, nei loro desideri. Per questo “viveva”.
Non mi ha emozionato. Non mi ha trasmesso niente. È una storia bella, raccontata in modo semplice. Troppo sterile. Mi aspettavo qualcosa di più. Un coinvolgimento maggiore.






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